Rayjon “The Flight” Tucker è stato un grandissimo protagonista di Venezia, un eroe del momento. Andiamo a conoscerlo più da vicino insieme.
Si tratta di un talento davvero limpido e che ha fatto la differenza anche in gara 4 diventando protagonista assoluto.
Tucker è nato a Charlotte il 24 settembre del 1997, diventando dunque famoso già da giovane negli Stati Uniti. L’abbiamo visto esordire tra i professionisti nel 2019 con Wisconsin Herd dimostrando subito di essere un fenomeno, ben 381 punti in appena 16 gare, un numero davvero mostruoso che lo porta a essere scelto dagli Utah Jazz dove rimane solo sei mesi prima di andare a giocare in prestito con la maglia degli SLC Stars.
Inizia così a girare per giocare prima con i Philadelphia 76ers poi con i Del.Blue Coats e poi tornare ancora una volta di Wisconsin Herd dove ritrova una certa continuità di presenze e punti, dimostrandosi campionissimo sotto ogni punto di vista. L’anno dopo non trova spazio nei Minnesota T’Wolves per poi giocare poco anche con i Denver Nuggets e tornare ancora una volta agli Heards.
Nel 2022 passa a Milwaukee Bucks prima di provare l’esperienza oltre oceano in Australia al Melbourne United dove conquista anche la maglia della nazionale degli Stati Uniti. L‘estate scorsa è arrivato in Italia alla Reyer e finora in 29 partite ha siglato 426 punti dando una mano decisiva ai suoi.
Tucker non è stato l’unico protagonista di una grande stagione a Venezia, con la Reyer che ha messo in campo tanta voglia di tornare alla vittoria e di dimostrare che il progetto sia stato studiato alla perfezione verso il futuro.
Ma proprio Tucker è stato decisivo per riportare la sua squadra, mille giorni dopo l’ultima volta, a giocarsi una semifinale. Il palazzetto di Taliercio ha invocato a gran voce il suo nome seguito dalla sigla MVP, uomo della partita. L’esterno americano è stato strabordante, dimostrando di essere il migliore tra i suoi e tra tante altre squadre.
E il suo soprannome The Flight si muove nel cielo, come spiegò lui stesso nella presentazione: “Mi chiamano così perché da sempre salto tanto in alto e sono molto atletico. Questo soprannome me l’hanno dato i miei compagni di quando ero piccolo, riesco ad arrivare quasi nello spazio saltando e sembra che voli”. Vedremo cosa farà successivamente e se riuscirà ancora una volta a imporsi nelle prossime gare.
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