Lacrime per l’ex portiere della Juventus e della Nazionale, Stefano Tacconi: “Un ricordo vivo ed indelebile”
Una tragedia che difficilmente può essere dimenticata da un giorno all’altro. Anche perché è un qualcosa di veramente impossibile. Il 29 maggio del 1985 è una data che ha sconvolto il mondo del calcio. In particolar modo i sostenitori della Juventus. I bianconeri vinsero la Champions League (anche se all’epoca si chiamava ancora Coppa dei Campioni), ma il titolo passò in secondo piano.
Quel giorno, infatti, verrà ricordato come la tragedia dello stadio Heysel in cui 39 sostenitori bianconeri morirono nella peggiore maniera possibile: uccisi dalla calca degli hooligans inglesi. In quella finale, contro il Liverpool, c’era anche Stefano Tacconi. Sperava di festeggiare in un altro modo quella sera, ma non c’era nulla da gioire.
L’ex portiere bianconero e della nazionale, reduce da una aneurisma che lo ha colpito nell’aprile di due anni fa, è ritornato a parlarne. Lo ha fatto nel corso di una cena di beneficenza a favore dell’Agbe (presente anche Moreno Torricelli), ospiti del club “Anima bianconera“.
Un ricordo indelebile che, con il passare degli anni, potrà anche essere sbiadito ma difficilmente potrà essere messo da parte. Un ricordo macchiato dal sangue. Ci tiene a precisare, una volta e per tutte, che i giocatori non se ne accorsero subito di quello che stava accadendo sugli spalti. Si sono accorti che qualcosa non stava andando per il verso giusto dopo aver visto moltissimi tifosi feriti nello spogliatoio. Una ferita, quindi, che resta per chiunque si trovasse in quell’impianto sportivo.
Queste sono alcune delle sue parole che ha rilasciato durante la cena che si è svolta in quel di Ortona: “Un ricordo indelebile. Continuerà ad essere sempre vivo nonostante siano passati tantissimi anni. Non ce ne siamo resi conti subito. Durante l’intervallo abbiamo notato che moltissimi tifosi sanguinanti erano stati portati negli spogliatoi. Lì capimmo che era accaduto un qualcosa fuori dalla norma. Uno non ci pensa visto che allo stadio si va per divertirsi e tifare la propria squadra“.
Quella tragica sera, in quel di Bruxelles, rimasero uccise 39 persone. 32 di queste erano italiane. Più di 600, invece, furono i feriti. Una tragedia che, secondo più fonti, fa causata dagli aggressivi tifosi dei Reds poco prima del fischio di inizio della finale.
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