Il mancino di Manacor, reduce dalla sconfitta al primo turno di Parigi, si prepara ai Giochi Olimpici: in patria c’è chi non la manda giù
Quando, al momento dell’intervista post gara sul mitico Philippe-Chatrier, Rafa Nadal – eccezionalmente fatto parlare in campo nonostante la sconfitta – ha espresso la sua volontà di tornare a Parigi in occasione dei Giochi Olimpici che inizieranno alla fine del prossimo luglio, il pubblico francese ha tirato un grande sospiro di sollievo.
La tanto tenuta ultima volta di Rafa sul centrale del Roland Garros – il campione, già in condizioni fisiche non ottimali, è stato abbinato a Zverev al primo turno, perdendo quasi inevitabilmente – potrebbe essere stata rimandata. Nel senso che su quello stesso campo, sebbene non da partecipante al prestigioso Major vinto tra l’altro per ben 14 volte, il mancino di Manacor dovrebbe ritornarci.
Le Olimpiadi sono forse l’ultimo grande obiettivo di Rafa prima di chiudere una carriera che ha avuto pochi eguali nella storia del gioco. Tutto dipenderà dalle sue condizioni fisiche visto che a livello di Federazione spagnola, la scelta appare fatta. Rafa dovrebbe disputare il torneo di singolare e forse anche il doppio in coppia con Carlos Alcaraz.
Gli appassionati di mezzo mondo già gongolano all’idea di rivedere il fuoriclasse maiorchino difendere il colori della sua Spagna assieme al suo erede designato. Colui che rappresenta quella continuità ai vertici del tennis mondiale di cui gli iberici hanno bisogno. Non tutti però, anche tra gli stessi connazionali di Rafa, hanno fatto i salti di gioia dopo aver appreso che il 22 volte campione Slam avrà un posto ‘garantito’ alle Olimpiadi.
Com’è noto, per partecipare alla kermesse a cinque cerchi è necessario aver ottenuto un determinato tipo di risultati nei 12 mesi antecedenti alla stessa manifestazione. Nella cosiddetta Olympics Race, Nadal, fermo per tutto il 2023 e rientrato in pista solo nello scorso gennaio, non avrebbe accumulato, tra i tennisti spagnoli, i punti necessari per prender parte all’evento.
C’è però una sorta di scappatoia, una deroga al regolamento, che permetterà al maiorchino (e a Pablo Carreño Busta) di utilizzare il meccanismo del ranking protetto (e della relativa classifica ‘congelata’ rispetto a quella reale del circuito) per scalare posizioni, rientrando tra i 4 migliori spagnoli destinati a partecipare ai Giochi.
Una volta ufficializzata l’estensione di questa agevolazione ai due tennisti infortunatisi per un periodo superiore a 6 mesi, Pedro Martinez, numero 48 del ranking ATP e primo degli esclusi per la Spagna, ha dato sfogo a tutta la sua rabbia.
“In questo caso il ranking protetto è un’ingiustizia perché nessuno di noi ha perso i Giochi Olimpici a causa di un infortunio, a prescindere dal fatto che si tratti di Rafa, che tutti vogliamo vedere ai Giochi Olimpici. Non lo vedo del tutto giusto“, ha esordito il 27enne di Alzira.
“È come se io mi infortunassi ora e tra quattro anni usassi il ranking protetto ai Giochi di Los Angeles. Penso che quest’anno mi sarei meritato di andare alle Olimpaidi. E non andarci a causa di una situazione come questa è un po’ ingiusto“, ha concluso amaramente.
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